Il botulino e i lifting non piu' di moda, ora tutti vogliono la "faccia a cuscino"

Spariranno dalle riviste i volti mustruosi e rifatti di donne che hanno ceduto con lifting e botulino? Forse sì, visto che quest'anno fra le "star" non più giovanissime impazza la "pillow face", ovvero la moda del volto a cuscino, gonfio, ben fattuto e proporzionato, caratterizzato da zigomi prominenti, dall'area sotto gli occhi incredibilmente liscia e piatta,da labbra piene, e una fronte che non è solo liscia grazie al botulino, ma anzi curva e ben imbottita. Basta guardare dove del calibro di Madonna, Nicole Kidman, Michelle Pfeiffer, Meg Ryan, Liz Hurley e Pamela Anderson. Perfino la first lady francese, Carla Bruni, mostra delle guance gonfie e piene che qualcuno malignamente definisce improbabili su una donna così magra e che ha passato i quaranta anni. E se le celebrità giurano che il loro aspetto liscio e polposo è frutto del consumo di litri di acqua, ginnastica del viso e yoga,gli specialisti non hanno dubbi nel puntare il dito contro il boom di trattamenti non chirurgici, in particolare filler artificiali, in voga per rimpolpare volti magri e scarni. I vecchi lifting erano basati sull'idea che la pelle che cede invecchia il viso, così i chirurghi tiravano l'epidermide per regalare un aspetto più giovane alle pazienti. Ma un altro aspetto importante dell'invecchiamento è la perdita di volume e pienezza sotto la pelle. In uno studio del 2007 un chirurgo plastico di Dallas (Usa) rivelò che con l'età perdiamo grasso vitale sul viso. Prima sfugge quello intorno agli occhi, poi sugli zigomi, quindi intorno alla bocca e sotto le linee naso-bocca e, infine, sulla fronte e sui lati del viso. «L'ideale proporzione di una faccia femminile giovane è un triangolo rovesciato, con guance piene e fronte piena, che culmina in un viso a forma di cuore», assicura Michael Prager, chirurgo londinese specializzato in trattamenti anti-età iniettabili.

«Quando invecchiamo, accade il contrario: le guance si inflaccidiscono, vanno all' ingu', iniziamo ad accumulare volume intorno a mento e collo. In un viso giovane la pienezza è negli zigomi, mentre invecchiando si concentra sul mento». Attenzione: la perdita di "grasso sano" può iniziare già verso la fine dei 20 anni, avverte Prager. «Tutto - assicura - dipende dallo stile di vita. Ma è dai 30 che lo svuotamento delle guance inizia a farsi evidente, specie nelle persone che fanno molte diete e troppo sport, proprio come le celebrità del cinema e della musica».

Così sul mercato si sono moltiplicati i filler iniettabili: i più popolari a base di acido ialuronico o di botulino. Si tratta di interventi temporanei, che durano un anno e sono perfettamente reversibili. Case cosmetiche, industrie farmaceutiche e chirurghi fanno a gara per creare il prodotto migliore e regalare alle donne guance tonde e piene. Non solo: con il trattamento gonfia-zigomi la pelle sul mento si rialza automaticamente e le linee naso-bocca spariscono. Oltretutto in questo modo le celebrità possono dire, in completa onestà, di non esseri sottoposte ad alcun trattamento di chirurgia plastica. Se ben applicati i filler possono regalare un sottile effetto ringiovanente, ma a volte anche una sorprendente faccia colma di rotondità, cosa abbastanza comune fra le dive non più giovanissime.
A volte si usa anche il grasso delle stesse pazienti, prelevato e impiantato dove serve. Ma in casi estremi il trattamento regala un aspetto tumefatto e non sempre è possibile prelevare grasso dalle pazienti, specialmente quelle magre. Eccessi legati al fatto che "il grasso è imprevedibile, l'organismo usa quello impiantato, e così molti medici tendono a metterne troppo" sottolinea il chirurgo plastico britannico Rajiv Grover. Anche moltiplicare i siti delle punturine di filler di botulino (alle tempie, intorno agli occhi) rischia di provocare un effetto-maschera decisamente grottesco. "Uno dei più grossi errori con i filler è voler creare qualcosa che prima non c'era", dice Prager. L'antidoto? Andare dal chirurgo con una foto di quando si avevano 30 anni, suggeriscono gli esperti. Così si eviteranno trasformazioni eccessive.